Era una notte buia e tempestosa [Dungeonworld rpg PEGI 16] [conclusa]

Questo è il posto giusto per poter parlare delle vostre sessioni di gioco e chiedere consiglio su come utilizzare le vostre scenografie.

Moderatore: I Cavalieri dell' Apocalisse

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Re: Era una notte buia e tempestosa

#26 Messaggioda porcored » 03/12/2016, 18:37

merito vostro...
non ho scritto quasi nulla a parte dei banali fronti hehe ;)

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Re: Era una notte buia e tempestosa

#27 Messaggioda porcored » 08/12/2016, 14:50

[ottava sessione, no, dico... ottava sessione, da non crederci]



Basta. La mannaia colpisce lo sgherro. Il tipo muore. Muore male. Però ha fatto casino, porca miseria, l’avranno sentito le altre guardie. Sicuro.
Malachia prende il poncho del tipo e il suo cappellone, si mimetizza fra le guardie e le ombre. Ne esce pulito. Un po’ a pezzi ma pulito.
Athos, anche lui è nel magazzino. Non vede più Malachia. Si guarda intorno è nervoso perché sente arrivare altri scagnozzi.
“Che diavolo succede lì dentro O ‘Brian??!” Athos suda freddo… cinque mandriani minacciosi stanno arrivando al magazzino. Malachia se ne fotte e se ne va a giro indisturbato per il campo. Oggi è la sua notte. Forse la morte lo guida con quello stramaledetto ferretto che lo tiene in ostaggio. Ma per ora non squilla…
Athos è bravo con la voce prova a simulare O’Biran.. “ehm tutto a posto ragazzi.. ehm.. si tutto o o o k..” fallisce clamorosamente.
I cinque dell’ave maria iniziano a correre verso il magazzino! Il bardo ha una mezza crisi isterica, vorrebbe arrendersi, nascondersi o…
Oh una botola.. è chiusa con un lucchettaccio. Athos prende un piccone lo spacca e ci si butta dentro. I tipi entrano nel magazzino come segugi, trovando il cadavere di O ‘Brian “maledizione”…
Un altro aggiunge “Capo la botola degli schiavi è aperta!” un bel po’ di baccano su al magazzino.
Athos si trova in un tunnel sotterraneo dormitorio degli schiavi. Ci sono decine d’insenature con letti a castello. Una puzza insopportabile. Un vero schifo.. molti sono di colore, ma con occhi bianchi aperti che guardano il musicista bello come il sole come una visione.
Madame Bijoux con la sua lupara piantata sotto il naso di Otaktai, nel frattempo: “Indiano, tu fai il bravo! Noi facciamo lo spettacolo e poi torniamo. Forse al ritorno ti buttiamo nel deserto..”.
Il Mago è legato come un salame nella carrozza delle prostitute. Le donne escono. Passa qualche minuto e Otaktai con un’agile mossa riesce a slegarsi. Accaparra abiti femminili e si traveste da mignotta. Con i suoi capelli lunghi e neri potrebbe pure piacere… non c’è tempo per l’imbarazzo.

Malachia intanto si avvicina alla tenda di Otto Oppediz. Una grande tenda bianca decorata male e circolare. È la tenda dello schifoso. All’entrata ci sono due guardie ben armate e minacciose. Malachia entra agilmente dal retro allentando un po’ il tendone.
Tutti dormono è vicino a delle belle ragazze seminude. Al centro il grassone che russa con il suo amuleto al collo. L’amuleto che dice essere potente. Ne parlava Athos e il ladro lo vuole!
Poco più avanti, dietro la scrivania di Otto, un tesoro memorabile. Monete, gioielli, brocche e alcune pozioni. Tutto sparpagliato, una vera gioia per ladri.
Malachia prepara il suo veleno del sonno e lo passa sotto i nasi delle fanciulle, poi a Otto. Un errore segnerebbe morte certa, ma come dicevamo, oggi era la sua serata! Tutto va a gonfie vele.
Si avvicina furtivo alla scrivania. Ci sono troppe scartoffie, il ladro prende il libro che sembra più interessante e se lo intasca. Poi si prende le pozioni, una la beve e si rigenera. Il resto del tesoro è veramente bello, ma per ora il ladro deve fare altro. Anzi prende solo una collana d’oro indiana perché ha un’idea malsana…
Torna da Otto. Il ciccione dorme profondo, poi col veleno è bello che sistemato. Malachia si sfila il coltello e lo avvicina all’amuleto di Otto, taglia la cordicella.
Suda freddo.
Stak… la cordicella cede.
L’amuleto è nelle mani del ladro, che subito lo sostituisce con la collana d’oro indiana.. Otto di solito quando si sveglia tocca l’amuleto.. “con questo medaglione d’oro, avrà la stessa sensazione… spero…” spera Malachia.
Malachia sorride, suda freddo ma felicemente esce dalla tenda. È eccitato, vorrebbe condividere questa situazione con gli altri, ma la deve tenere per se!
Evita un po’ tutti e si dirige da qualche parte nella notte col sorriso bianco..

Uno schiavo nero, bello piazzato, si avvicina ad Athos: “Sono Capo Orwin, il capo degli schiavi e tu chi diavolo saresti?”. Athos è un figo, fortunatamente risulta sempre simpatico, improvvisa con fascino: “Sono qui per liber.. si insomma, per liberarvi… E voi come potete aiutarmi?” A Capo Orwin brillano gli occhi: “Fratello noi cerchiamo la libertà da molte lune.. nessuno ci ha mai aiutato, cosa vuoi che faccia per te?”
Athos: “C’è un posto dove possiamo parlare tranquilli? vedi c’è un problemino..” indicando la botola dalla quale spunta una guardia che guarda sotto con odio: ”Maledetti schiavi bastardi.. hanno forzato la serratura di nuovo, ora li sistemo io…”
Capo Orwin potrebbe fa sacrificare qualche schiavo per la causa. Sarebbe un’ennesima perdita umana e un’ennesima ferita fra poveracci. “Aspetta Capo”, Athos riesce a intonare una piccola cantilena, gli va bene. La sua nenia induce la guardia a prendersela con uno dei suoi compagni e non con gli schiavi. Infatti, torna su, chiude sbattendo ferocemente la botola e il tizio inizia a battibeccare di brutto con uno delle cinque guardie che iniziano a darsi colpe reciproche, poi parte una specie di rissa qualcuno ci lascia le penne. Sopra regna un gran casino che attira le attenzioni su al campo.
Capo Orwin è stupefatto, fa un cenno a due che controllano la botola, poi ammicca ad Athos di seguirlo dentro la sua porzione di tunnel: “Qui possiamo parlare..”

Otaktai un po’ effeminato, si guarda intorno fuori dalla carrozza. Vede Malachia. Malachia vede Otaktai i due si avvicinano senza farsi notare. Si nascondono dietro i carri della diligenza. La sorveglianza è attratta dalla confusione nel magazzino. La via è quasi pulita.. Malachia sorride orgoglioso, sia per la refurtiva, sia vedendo Otaktai vestito da prostituta. Un pensierino erotico lo pervade. Ride fra se: “Guarda cosa ti ho portato… dacci un’occhiata” e getta il libretto rubato a Otto nelle mani di Otak.
Otaktai da un’occhiata veloce.. poi più approfondita.. guarda stupefatto il ladro. Fa una pausa. “beh allora?” aggiunge Malachia. “è un diario di ricette!” risponde l’indiano…
Malachia: ” come di ricette? Cazzo dici?!”
Otaktai: “Si di ricette.. non si mette l’aglio e tutto questo peperoncino nello stufato di armadillo, e poi è scritto male.. ma c’è una cosa per ogni ricetta, vedi?”
Malachia non sa leggere. Il mago si rende conto: “Per ogni ricetta ci sono nomi cognomi e brutte storie di persone influenti, uomini da ricattare, da uccidere, dettagli, indirizzi. Gente che gli deve un sacco di soldi… è roba che scotta amico… dove l’hai presa?”.
Un click. E’ lo sceriffo Serpent Carter che punta il suo prezioso moschetto sulla testa di Otaktai: “Non ti muovere bastardo.”
Sembra che Otaktai attiri fucili indesiderati degli altri. Curioso.
“Appoggia lentamente quel diario a terra. Fai il bravo…”
Malachia è ancora vagamente vestito da guardia. Abbassa la testa per coprirsi col cappellone. Se si muove la testa di Otaktai, potrebbe saltare. È una brutta situazione anche per aspettare il momento giusto.
Carter si abbassa un attimo per raccattare il diario.
Il ladro pianta alle spalle il suo bowie affilato. Trapassa quasi parte del busto.
Carter è pallido e piscia sangue, ma è ancora vivo e forse spara. Otaktai alla cieca poggia una mano sulla testa dello sceriffo e fa partire il suo dardo di luce che spappola le cervella del cattivo di turno.. ciao Carter, va all’inferno. Dietro di lui una guardia di Serpent è completamente schizzato in faccia dal cervello del capo.
Malachia mano veloce, gli poggia l’ultimo fazzoletto imbevuto di sonnifero e lo stende come un bambino.
I due si spostano senza far rumore. Hanno l’adrenalina a mille e bisogno di riprendere fiato. Il ferretto nero di Malachia gli dice di aprire una cassa nel carro di Carter.. ma ora i due devono riprendere fiato..

Athos intanto ha radunato una squadra di volontari aiutato da Capo Orwin, con lui vengono due sue guardie del corpo e quattro ragazzi della tribù di piccolo sasso eccitati a sapere che il grande Otaktai è lì fuori..
Capo Orwin conosce una via di fuga che utilizza per piccoli spostamenti fuori dalle gallerie, senza dare nell’occhio. Il plotone si avvia fuori. Escono e guarda caso sbucano fuori dietro i carri con Malachia e Otaktai in vicinanza. Non c’è troppo tempo per pensare e darsi pacche sulle spalle, ma in qualche modo il gruppo si raduna. La rivoluzione sta per iniziare. Almeno così sembra…
Sta per sorgere una nuova giornata. Ancora pochi minuti di buio.
Otaktai fa diventare invisibile Malachia, che vorrebbe vedere il contenuto della cassa. I quattro indiani di piccolo sasso si mettono a guardia del mago.
Capo Orwin, Athos e gli altri due formano un’altra squadra.. tutti fanno la guardia, mentre Malachia è alle prese con un forziere da cui esce una malefica luce verde.
Il forziere è antico e messo bene. Il lucchetto è pericoloso ha una trappola, ma come dicevamo, è la notte del ladro più svelto del west…
La cassa si apre. Una sfera verde grande come una palla da bowling lentamente inizia a salire nel cielo, come un palloncino.. tutti sono esterrefatti. Un palo della luce verde dannazione.
Malachia si toglie il cappello prova a metterla sopra la sfera. Il capello si disintegra piano e se non toglie la mano, si disintegrerà anche quella…
il suo segno che ha nel corpo gli inizia a dare una fitta…
Fine ottava parte..
che roba ragazzi.. sempre troppo in ritardo ma sempre puntuali..

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Re: Era una notte buia e tempestosa

#28 Messaggioda porcored » 15/12/2016, 11:15

[9 sessione. sessione finale]


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Sono passate ormai alcune settimane.
Otaktai è a Piccolo Sasso fra le sue tende, intorno al fuoco. È con la sua tribù, con la sua gente. Ormai è diventato il capo del villaggio da quando occhio penetrante è morto. I bambini del villaggio corrono e scherzano e vogliono che Otaktai racconti loro ancora una volta cosa successe al grande baratro.
Il grande mago indiano capo del villaggio è triste, ma racconterà sempre quella storia di sacrifici che portarono alla pace la frontiera, evitando una guerra senza precedenti.

“Tutto successe rapidamente. Dopo che la sfera del male fluttuava immobile, iniziò a muoversi verso l’enorme statua con otto braccia. La sfera attirò attenzioni del campo, sia di Otto Oppediz, che delle guardie. Non avevamo molto tempo per ragionare.
La sfera avrebbe attivato la statua che non era altro che un golem di ferro estremamente antico, ma per far funzionare il golem serviva una vittima. La vittima era Malachia il buon vecchio ladro. Quante ne ha fatte il povero ladro.

(una cosa del genere)

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Malachia fu abbastanza furbo, rischiando la vita, per tornare al magazzino e prendere dei candelotti di dinamite. Il suo piano era far esplodere la statua.
Come la sfera raggiunse la statua, s’incastrò fra due delle sue otto mani disposte a ventaglio. La luce verde iniziò a illuminare la statua poco alla volta, come se delle venature verdi invadessero la statua illuminandola di un malefico verde.
Malachia arrivò alle impalcature dietro la statua, dove c’era una porta per accedere al golem. Quando provò ad aprire la porta, fu invaso anche lui dalla malefica luce. Gli cascarono i candelotti di dinamite fuori sulle impalcature ed entrò nel ventre, dove fu affascinato dai comandi del grande golem. Non era più in se, ma non riusciva a capire come attivare la statua. Era nel suo ventre. Assuefatto al male.
Io e Athos dovevamo aiutarlo. Il ladro non tornava da troppo tempo…
Decisi di provare un rituale per teletrasportare occhio penetrante al grande baratro. Ci avrebbe aiutato. Qualcosa però non andò per il verso giusto, e il grande capo apparse in mezzo alla guarnigione di nemici che subito lo provano a catturare. Mandammo i nostri pochi e disorganizzati uomini a salvarlo mentre noi andammo di corsa da Malachia.
Io arrivai per primo esausto, Athos aveva il fiatone. Feci un incantesimo al ladro per impaurirlo dei meccanismi del golem, in modo da non farlo avvicinare a quella macchina del male. Lui rimase terrorizzato ed io lo tenevo sotto l’influsso del mio incantesimo.
Athos arrivò poco dopo, doveva tirarlo fuori, ma la sua paura era che entrando a contatto con la statua anche lui sarebbe stato invaso dal male. Il suo intuito gli fece pensare all’amuleto di armadillo, quel sacro oggetto ora era chiaro! Serviva a padroneggiare l’energia malefica. Sfortunatamente l’aveva perso nella rocambolesca corsa.
Quante ne successero…”
Otaktai si guarda un intorno, la sua tribù lo segue con febbrile attenzione.

“Athos prese a cercare l’amuleto come un segugio nervosamente, mentre mi accorgevo che i nostri compagni erano quasi tutti deceduti mentre tentavano di salvare occhio penetrante. Io immobile a cercare di aiutare Malachia mentre vedevo la straziante scena da lontano... Il mio cuore era spezzato dal massacro dei nostri uomini.
Athos trova l’amuleto con un pizzico di fortuna. Anche se la fortuna non ci ha mai sorriso. Il Bardo lo indossa ed entra nella statua riesce a tirare fuori il ladro. Ne successero altre ma voglio stendere un velo pietoso...
Era ora della dinamite legata male con la miccia che non si accende. In lontananza uno sparo. Occhio penetrante muore. E una parte di me morì con lui.
Athos frettolosamente accorciò la miccia, era l’unica cosa da fare. Fermò tutti i candelotti legandoli con l’amuleto di armadillo.
Meglio far saltare tutto.
Malachia accende la bomba improvvisata e la butta dentro il golem, nella stanza dei comandi.
Il tempo per scappare è tremendamente poco…
Troppo poco...
La deflagrazione fu impressionante. Io riuscì a correre come il vento, raggiunsi un cavallo, scappai con le ultime forze.
Mi accorsi che il ladro si disintegrò con l’esplosione.
Sua madre all’inferno lo attendeva. Me lo disse…
Anche Athos fu catapultato a decine di metri. Era in fin di vita e fu accompagnato dalla morte vicino al padre per suonare l’ultima ballata… lui andò a suonare nelle verdi praterie…

Per quanto riguarda me cavalcai per giorni e piansi per giorni. In fin di vita mi ritrovai nei pressi di piccolo sasso. Fui salvato da voi, fratelli miei. Ora sono qui a raccontare quello che successe…
Otto Oppediz si dice sia stato dilaniato da una scheggia del golem. Tutti gli altri forse scapparono.
In qualche modo impedimmo la grande guerra…”.

Il sole sta tramontando alla frontiera.
Un nano è davanti al cartello di Little Creek, la piccola cittadina dei nani a sud.
“Vincent!!!! Mi venisse un colpo! Che diavolo di fine hai fatto!?”.
“…ho da raccontarvi una storia fuori di testa!
E ora datemi da bere mi voglio sbronzare!”

Fine

a presto commenti..
sigla finale




riferimentei a havy metal

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Ultima modifica di porcored il 15/12/2016, 11:59, modificato 1 volta in totale.

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Re: Era una notte buia e tempestosa "l'odio" più che un actual play

#29 Messaggioda paccus » 15/12/2016, 11:54

Sarebbe da mettere in un libro nero su bianco, bella storia.

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Re: Era una notte buia e tempestosa "l'odio" più che un actual play

#30 Messaggioda bakalite » 15/12/2016, 13:47

È stata una bella campagna...il gioco nella sua semplicità gira bene...il master è stato bravo...certo arrivare puntuali non è facile, rimanere attivi verso mezzanotte nemmeno...però c'è l'abbiamo fatta !....
"Era una persona seria, passava il suo tempo giocando."
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Re: Era una notte buia e tempestosa

#31 Messaggioda porcored » 15/12/2016, 22:36

allora tutto quello che è scritto è stato frutto dei giocatori, io giuro ho inventato il minimo. ok ho fatto alcuni errori.
i fronti li potevo fare meglio ma secondo me è venuto fuori na bellissima cosa! mai giocato un'avventura così lunga!
ora sono un po cotto appena ho tempo ne parliamo.
bravi tutti!!!!


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