[6°TM][Architetti] Scorzadura
Inviato: 30/12/2017, 16:59
Voglio aprire questo topic per darmi forza a completare l'opera in 2 mesi scarsi.
Non sarà un mega scenico, forse un 40 x 40, non so... so però che voglio partecipare e finire in tempo.
Storiella:
Il gruppo di avventurieri entrò in quella che un tempo veniva chiamata "La casa dei 7 gatti", una sporca e lurida Taverna al centro di Tindarn, ove sgherri e brutti ceffi si riunivano per bere, mangiare ed organizzare atti poco leciti.
Appena l'ultimo dei quattro chiuse la porta dietro di sè lasciando fuori l'inverno che arrivava, fù come se il tempo si fermò di colpo.... ma solo nella sala principale. Sarà stato per il fatto che le loro armi non erano coperte dalla ruggine e le armature che indossavano potevano averne solo sentito parlare nelle leggende dei loro avi?
Sta di fatto che ci fu un attimo di silenzio in cui tutti li squadrarono dalla testa ai piedi.
I nuovi arrivati si fermarono appena dentro e per un istante contraccambiarono lo sguardo come per voler avvisare che ai gentili clienti del locale conveniva continuare a fare ciò che stavano facendo.
Sembrava che una forza telepatica avesse detto loro di fare come se non ci fossero perciò poco a poco tutti ritornarono alle loro faccende.
I quattro si sedettero ad un tavolo in un angolo semideserto come se nulla fosse e con uno schiocco di dita chiamarono l'oste che con passo pesante si avvicinò chiedendo cosa volessero ordinare.
"La ghirlanda è sul tetto della sposa" disse Karak... l'oste guardò il nano con circospezione, fissò gli altri tre, si girò verso le cucine e poi disse "Venite con me"
Scesero lungo le scale che davano dietro la cucina e immediatamente prima di arrivare in fondo il conducente della fila fece capire di fare silenzio.
Le sue tozze mani fecero fatica ad infilarsi in una tasca sita nei suoi sudici calzoni a righe bianche e marroni ormai diventati quasi del tutto rossi per via della carne macellata.
Tirò fuori una piccola chiave che infilò in una stretta feritoia scavata in una colonna decorativa in legno vicino ad uno scaffale semivuoto.
Al "clank!" lo stesso scattò verso l'esterno permettendo ad una fioca luce giallognola tremolante di filtrare attraverso la fessura....l'oste si girò e disse con voce sommessa "Vi stanno aspettando già da un po' ".
Lo scaffale si aprì per metà tanto che Thorgon fece non poca fatica ad entrare col suo spadone.La porta segreta si chiuse dietro di loro fino a che non si sentì scricchiolare il legno della scala sotto i passi pesanti dell'oste che saliva verso le cucine.
La stanza non era grande ed il basso soffitto a botte contribuiva a renderla ancora più piccola di quanto non fosse.
Un grosso tavolo in legno scuro era posto al centro.
In penombra, sedute su una lunga panca a muro, si intravvedevano due grosse figure una accanto all'altra come fossero due grandi statue a guardia di un tempio sacro.
"Siete solo voi quattro?" tuonò una voce come dall'oltretomba.
"Si" rispose Elandrion facendosi avanti mentre si sfilava l'arco dalla schiena per potersi sedere su uno sgabello di legno.Le lunge orecchie a punta erano tese come per udire i più impercettibili pericoli e gli occhi guizzanti potevano scorgere ogni angolo più piccolo e buio di quel tugurio. Erano solo loro, si girò verso i suoi compagni e con un lieve cenno del capo fece intendere che la stanza era sicura, ci si poteva sedere.
Una grassa risata echeggiò per tutta la stanza fino quasi a sentirsi al piano di sopra. I due omoni si sporsero in avanti per poggiare i gomiti sul tavolo e svelarsi ai quattro.
Erano identici, due grossi barbari ricoperti di pellicce cuoio ed ornamenti fatti con denti di orso e zanne di cinghiale. Dei grossi elmi cornuti in testa coprivano in parte i loro visi infestati da cicatrici che si rincorrevano come spaccature nella terra delle lande desolate di Ghoran.Grosse mascelle abituate a strappare carni da prede ancora vive e spalle così grosse da farsi sfiorare l'idea che fino ad ora non avevano fatto altro che trainare carri pieni di vittime uccise per loro stesse mani.
L'unico elemento che li distingueva era che ad uno dei due mancava l'occhio sinistro... e visto che non aveva nemmeno avuto la cortezza di coprirselo con una benda sembrava ci si potesse scorgere dentro il bianco avorio del cranio.
"E voi quattro credete si espugnare "Scorzadura"? La Roccaforte di Drama Ascianera e i suoi seguaci? Senza nemmeno un misero esercito?" insistette lo sguercio "Ah ah ah...stupidi stolti arroganti, giocate d'azzardo con le vostre vite" e rivolgendosi al suo compagno disse "Bhotor, questi non hanno capito con chi avranno a che fare" e fecero come per alzarsi per andarsene.
I quattro si guardarono l'un l'altro poi Thorgon, fulmineo, si alzò dallo sgabello, piantò la lama del suo pugnale d'argento sul tavolo come se avesse appena trafitto il cuore di un orco, si poggiò con tutto il peso sul manico della sua arma appena conficcata sul duro legno e col viso si avvicinò alle facce dei due energumeni quasi a volergli strappare il naso con un morso "Secondo voi" grugnì freddamente "Re George VII sarebbe così imprudente nel rivelare, a quattro incapaci, la parola d'ordine per poter parlare con due rozzi mentecatti rubagalline come voi per poi piazzare il suo esercito con Trabucchi e Baliste e rischiare di vedere appese ad un palo le budella di quel coniglio di suo figlio?"
Un grugnito si levo nella stanza, i due Barbari digrignarono i denti e mentre Karak serrava il palmo della mano sul manico della sua ascia Elandrion si accostò a Thorgon e incalzò con tono più rabbioso "Siamo un gruppo di esperti mercenari scelti. Assoldati per le nostre capacità, agiamo nell'ombra, ci muoviamo come fantasmi, colpiamo sicuri e prima che il nemico sappia cosa è successo siamo a più di 5 ore di marcia diretti verso la città più vicina.
A palazzo non si pensa altro che a liberare il Principe Lomar e Drama non è certo il tipo da risparmiare una vita inutile come quella del Principino se solo dovesse vedere dalle torri di Scorzadura l'esercito che minaccia guerra!
Se il principe muore il Re si incazza e se il Re si incazza per noi non ci sarà nessun compenso e saremmo condannati a morte, ricercati fino alle terre di confine e siatene certi che prima di arrivare oltre quelle terre passeremmo a farvi una visitina poco gradita, ovunque vi possiate nascondere!"
La stanza si gelò come fosse investita dal vento freddo che da più di 4 giorni rinforzava a Nord verso Gugliagrigia, i due energumeni si sedettero lentamente e i quattro avventurieri allentarono la presa sulle else delle loro spade.
Prese parola Ariette tanto bella quanto pericolosa"Voi due" disse con tono così calmo da far raggelare il sangue "Non avete nemmeno idea di cosa siamo in grado di fare, siamo scesi in questa topaia solo per avere i piani della Roccaforte di Drama e l'esatta ubicazione. Ovviamente, per i motivi descritti dai miei compagni d'arme, il tutto deve avvenire in assoluta segretezza onde evitare la morte prematura dell'erede al Trono di Lumbar".
Muovendosi sinuosamente intorno al tavolo come una pantera pronta a sferrare l'attacco decisivo si avvicinò all'orecchio dell'energumeno ormai in preda al panico e disse molto lentamente "Dateci quello che ci serve ed i dettagli su dove è il passaggio per infiltrarsi nella Roccaforte e poi sparite perchè avrei voglia di scaldarmi prima di entrare in azione ma ci hanno detto che siete gente a cui dovete dei soldi altrimenti da questa stanza saremmo usciti solo noi quattro con 2 sacchi molto pesanti sulle spalle"
Thorgon e Karak si guardarono con fierezza mentre Elandrion non staccava gli occhi dai due.
"Luridi tagliagole che non siete altro!" continuò Ariette scaldandosi oltre misura "Ancora non capisco come abbiate avuto quelle carte, avete solo la fortuna di possedere ciò che cerchiamo altrimenti in un altro luogo e in un'altra situazione avremmo già finito questa discussione prima ancora di cominciarla!"
I due deglutirono, si guardarono quasi con vergogna e lo sguercio tirò fuori una mappa con la piantina di "Scorzadura" la Roccaforte di Drama Ascianera.
Ariette prese le carte e se le infilò nel reggiseno di cuoio borchiato... Drama aveva le ore contate e il figlio di Re George VII aveva qualche speranza di essere riportato a casa... Scorzadura era inespugnabile non tanto per le difese ma per il fatto che se la minaccia di un esercito si fosse fatta viva davanti al suo portone avrebbe irrimediabilmente costretto Drama Ascianera ad uccidere Lomar con coseguenze politiche e finanziarie che il Regno non era pronto a sopportare di questi tempi"
Non sarà un mega scenico, forse un 40 x 40, non so... so però che voglio partecipare e finire in tempo.
Storiella:
Il gruppo di avventurieri entrò in quella che un tempo veniva chiamata "La casa dei 7 gatti", una sporca e lurida Taverna al centro di Tindarn, ove sgherri e brutti ceffi si riunivano per bere, mangiare ed organizzare atti poco leciti.
Appena l'ultimo dei quattro chiuse la porta dietro di sè lasciando fuori l'inverno che arrivava, fù come se il tempo si fermò di colpo.... ma solo nella sala principale. Sarà stato per il fatto che le loro armi non erano coperte dalla ruggine e le armature che indossavano potevano averne solo sentito parlare nelle leggende dei loro avi?
Sta di fatto che ci fu un attimo di silenzio in cui tutti li squadrarono dalla testa ai piedi.
I nuovi arrivati si fermarono appena dentro e per un istante contraccambiarono lo sguardo come per voler avvisare che ai gentili clienti del locale conveniva continuare a fare ciò che stavano facendo.
Sembrava che una forza telepatica avesse detto loro di fare come se non ci fossero perciò poco a poco tutti ritornarono alle loro faccende.
I quattro si sedettero ad un tavolo in un angolo semideserto come se nulla fosse e con uno schiocco di dita chiamarono l'oste che con passo pesante si avvicinò chiedendo cosa volessero ordinare.
"La ghirlanda è sul tetto della sposa" disse Karak... l'oste guardò il nano con circospezione, fissò gli altri tre, si girò verso le cucine e poi disse "Venite con me"
Scesero lungo le scale che davano dietro la cucina e immediatamente prima di arrivare in fondo il conducente della fila fece capire di fare silenzio.
Le sue tozze mani fecero fatica ad infilarsi in una tasca sita nei suoi sudici calzoni a righe bianche e marroni ormai diventati quasi del tutto rossi per via della carne macellata.
Tirò fuori una piccola chiave che infilò in una stretta feritoia scavata in una colonna decorativa in legno vicino ad uno scaffale semivuoto.
Al "clank!" lo stesso scattò verso l'esterno permettendo ad una fioca luce giallognola tremolante di filtrare attraverso la fessura....l'oste si girò e disse con voce sommessa "Vi stanno aspettando già da un po' ".
Lo scaffale si aprì per metà tanto che Thorgon fece non poca fatica ad entrare col suo spadone.La porta segreta si chiuse dietro di loro fino a che non si sentì scricchiolare il legno della scala sotto i passi pesanti dell'oste che saliva verso le cucine.
La stanza non era grande ed il basso soffitto a botte contribuiva a renderla ancora più piccola di quanto non fosse.
Un grosso tavolo in legno scuro era posto al centro.
In penombra, sedute su una lunga panca a muro, si intravvedevano due grosse figure una accanto all'altra come fossero due grandi statue a guardia di un tempio sacro.
"Siete solo voi quattro?" tuonò una voce come dall'oltretomba.
"Si" rispose Elandrion facendosi avanti mentre si sfilava l'arco dalla schiena per potersi sedere su uno sgabello di legno.Le lunge orecchie a punta erano tese come per udire i più impercettibili pericoli e gli occhi guizzanti potevano scorgere ogni angolo più piccolo e buio di quel tugurio. Erano solo loro, si girò verso i suoi compagni e con un lieve cenno del capo fece intendere che la stanza era sicura, ci si poteva sedere.
Una grassa risata echeggiò per tutta la stanza fino quasi a sentirsi al piano di sopra. I due omoni si sporsero in avanti per poggiare i gomiti sul tavolo e svelarsi ai quattro.
Erano identici, due grossi barbari ricoperti di pellicce cuoio ed ornamenti fatti con denti di orso e zanne di cinghiale. Dei grossi elmi cornuti in testa coprivano in parte i loro visi infestati da cicatrici che si rincorrevano come spaccature nella terra delle lande desolate di Ghoran.Grosse mascelle abituate a strappare carni da prede ancora vive e spalle così grosse da farsi sfiorare l'idea che fino ad ora non avevano fatto altro che trainare carri pieni di vittime uccise per loro stesse mani.
L'unico elemento che li distingueva era che ad uno dei due mancava l'occhio sinistro... e visto che non aveva nemmeno avuto la cortezza di coprirselo con una benda sembrava ci si potesse scorgere dentro il bianco avorio del cranio.
"E voi quattro credete si espugnare "Scorzadura"? La Roccaforte di Drama Ascianera e i suoi seguaci? Senza nemmeno un misero esercito?" insistette lo sguercio "Ah ah ah...stupidi stolti arroganti, giocate d'azzardo con le vostre vite" e rivolgendosi al suo compagno disse "Bhotor, questi non hanno capito con chi avranno a che fare" e fecero come per alzarsi per andarsene.
I quattro si guardarono l'un l'altro poi Thorgon, fulmineo, si alzò dallo sgabello, piantò la lama del suo pugnale d'argento sul tavolo come se avesse appena trafitto il cuore di un orco, si poggiò con tutto il peso sul manico della sua arma appena conficcata sul duro legno e col viso si avvicinò alle facce dei due energumeni quasi a volergli strappare il naso con un morso "Secondo voi" grugnì freddamente "Re George VII sarebbe così imprudente nel rivelare, a quattro incapaci, la parola d'ordine per poter parlare con due rozzi mentecatti rubagalline come voi per poi piazzare il suo esercito con Trabucchi e Baliste e rischiare di vedere appese ad un palo le budella di quel coniglio di suo figlio?"
Un grugnito si levo nella stanza, i due Barbari digrignarono i denti e mentre Karak serrava il palmo della mano sul manico della sua ascia Elandrion si accostò a Thorgon e incalzò con tono più rabbioso "Siamo un gruppo di esperti mercenari scelti. Assoldati per le nostre capacità, agiamo nell'ombra, ci muoviamo come fantasmi, colpiamo sicuri e prima che il nemico sappia cosa è successo siamo a più di 5 ore di marcia diretti verso la città più vicina.
A palazzo non si pensa altro che a liberare il Principe Lomar e Drama non è certo il tipo da risparmiare una vita inutile come quella del Principino se solo dovesse vedere dalle torri di Scorzadura l'esercito che minaccia guerra!
Se il principe muore il Re si incazza e se il Re si incazza per noi non ci sarà nessun compenso e saremmo condannati a morte, ricercati fino alle terre di confine e siatene certi che prima di arrivare oltre quelle terre passeremmo a farvi una visitina poco gradita, ovunque vi possiate nascondere!"
La stanza si gelò come fosse investita dal vento freddo che da più di 4 giorni rinforzava a Nord verso Gugliagrigia, i due energumeni si sedettero lentamente e i quattro avventurieri allentarono la presa sulle else delle loro spade.
Prese parola Ariette tanto bella quanto pericolosa"Voi due" disse con tono così calmo da far raggelare il sangue "Non avete nemmeno idea di cosa siamo in grado di fare, siamo scesi in questa topaia solo per avere i piani della Roccaforte di Drama e l'esatta ubicazione. Ovviamente, per i motivi descritti dai miei compagni d'arme, il tutto deve avvenire in assoluta segretezza onde evitare la morte prematura dell'erede al Trono di Lumbar".
Muovendosi sinuosamente intorno al tavolo come una pantera pronta a sferrare l'attacco decisivo si avvicinò all'orecchio dell'energumeno ormai in preda al panico e disse molto lentamente "Dateci quello che ci serve ed i dettagli su dove è il passaggio per infiltrarsi nella Roccaforte e poi sparite perchè avrei voglia di scaldarmi prima di entrare in azione ma ci hanno detto che siete gente a cui dovete dei soldi altrimenti da questa stanza saremmo usciti solo noi quattro con 2 sacchi molto pesanti sulle spalle"
Thorgon e Karak si guardarono con fierezza mentre Elandrion non staccava gli occhi dai due.
"Luridi tagliagole che non siete altro!" continuò Ariette scaldandosi oltre misura "Ancora non capisco come abbiate avuto quelle carte, avete solo la fortuna di possedere ciò che cerchiamo altrimenti in un altro luogo e in un'altra situazione avremmo già finito questa discussione prima ancora di cominciarla!"
I due deglutirono, si guardarono quasi con vergogna e lo sguercio tirò fuori una mappa con la piantina di "Scorzadura" la Roccaforte di Drama Ascianera.
Ariette prese le carte e se le infilò nel reggiseno di cuoio borchiato... Drama aveva le ore contate e il figlio di Re George VII aveva qualche speranza di essere riportato a casa... Scorzadura era inespugnabile non tanto per le difese ma per il fatto che se la minaccia di un esercito si fosse fatta viva davanti al suo portone avrebbe irrimediabilmente costretto Drama Ascianera ad uccidere Lomar con coseguenze politiche e finanziarie che il Regno non era pronto a sopportare di questi tempi"