Partiamo con un bel piatto di finocchi secchi… o meglio le cime del finocchio. Vanno tagliate e lasciate seccare su un termosifone o al sole in base alla stagione per almeno un paio di settimane. Serviranno alla fine del lavoro, ma conviene portarsi avanti più seccano e meglio è.

Cominciamo a creare le macerie del crollo e un “misterioso” vortice nell’acqua putrida della palude… Le macerie non sono ancora completate, sono solo la massa base.

Per realizzare il vortice ho creto un buco a cono nella base in polistirene, dopo di che ho spalmato stucco e vinavil all’interno e con un pennello umido ho creato le onde concentriche del vortice. il lavoro va ripetuto più volte lasciando asciugare bene il passaggio precedente. Le macerie vanno posizioneate prima per poter delimitare per bene le onde che andranno a infrangersi con il terreno.

Si stuccano le varie fessure di montaggio e l’unione delle pareti una con l’altra.

Faccio delle prove con delle radici secche. Usando un portachiavi a forma di bara, creo un intreccio di radici che blocca la bara dal cadere nella palude sottostante. Devo dire che la prova è ben riuscita, immaginatevi il rusultato finale.

Inoltre le radici sono utili proprio per ricreare radici esposte nel modellismo o interessanti arbusti secchi. Non tanto per ricreare degli alberi… si noterà sempre che è una radice capovolta… a meno che non si sia un bravo scultore.